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ROBA GRAVE - L'ARTE DELL'EDITORE INDIPENDENTE con Luca Formenton

Aggiornamento: 8 lug 2023


Presentazione

Roba grave è il nuovo approfondimento culturale di Abîme de Livres, incentrato nel raccontare gli argomenti più importanti del mondo culturale e letterario attraverso le voci dei più eminenti esperti del settore. Raccontando tramite la loro esperienza, sarà per i lettori sinonimo di garanzia nei confronti delle informazioni.

Buona lettura


Il direttore Morris


L'ARTE DELL'EDITORE INDIPENDENTE


Luca Formenton, un nome una garanzia. Nelle sue vene scorre sangue da editore: nonno Arnoldo Mondadori, padre Mario Formenton. Oggi è direttore di Saggiatore e della Fondazione Arnoldo Mondadori, oltre al suo ruolo di docente universitario. Attraverso le sue parole, unite alle mie riflessioni raccontiamo le regole dell’editoria indipendente.


Se esistesse (e non l’ho mai incontrato) un editore che pubblica soltanto per fare denaro, nessuno gli darebbe ascolto. E probabilmente fallirebbe presto

Roberto Calasso


Attraverso le parole di Roberto Calasso, possiamo idealmente comprendere quale sia il ruolo dell'editore, una figura particolare e unica che fa da ponte tra lo scrittore e i suoi lettori.

Etimologicamente, la parola "editore" prende origine dal francese "édition" (edizione). Inizialmente, il suo ruolo consisteva nel curare la pubblicazione di un libro, occupandosi di ogni aspetto del processo produttivo. Oggi, il mondo è cambiato e l'editore riveste un ruolo molto più complesso e articolato: da semplice stampatore, si è trasformato in un direttore di una filiera produttiva del libro che parte naturalmente dal manoscritto e giunge alla pubblicazione, ma con un percorso molto più complesso e ricco rispetto a quello che accadeva in passato.


L'editore mette insieme tutti i processi dall'alto

Prendendo nuovamente a esempio le parole di un grande uomo di editoria del novecento, Valentino Bompiani troviamo la sintesi di questa evoluzione.

Come noto ai più l'editoria è una materia ampia e radicata in vari settori, dalla manualistica, con la storia, Hoepli in testa, alla letteratura, fino all'editoria scolastica, con campi, professionalità ed esigenze diverse tra loro.


L'editoria di varia (ovvero di argomento misto, per praticità possiamo definire la letteratura) necessita opere più veloci rispetto all'editoria scolastica, che crea opere destinate a durare per decenni. È naturale dunque capire che all'interno dell'editoria esistano delle dicotomie e delle professionalità differenti e settoriali, che spesso non dialogano tra loro.


Per giungere verso l’idea di editore indipendente bisogna compiere ancora una distinzione, ovvero quella tra editore di massa e di cultura. Non che le due cose non possano essere collegate: esistono editori di massa che portano opere di cultura, ma si spera non viceversa. L’editore di massa si concentra maggiormente nel cercare un pubblico ampio per le sue opere, a volte tralasciando la qualità o il valore del testo in virtù del mero guadagno. Dal canto suo invece l’editore di cultura ha il compito di portare prodotti di qualità, opere capaci di arricchire il mondo letterario e di fornire cultura al lettore, tralasciando in molti casi la vendibilità dell’opera.

Anche se queste due distinzioni paiono il bianco e il nero dell’industria editoriale, non è spesso così che questo mondo procede. Di zone grige, fortunatamente, se ne possono ancora trovare. Come non citare i grandi esempi di Adelphi o Iperborea o Saggiatore, che pur mantenendo una ricerca minuziosa e uno standard qualitativo alto, attirano anche un discreto successo da parte del pubblico di lettori.


Fare editoria e l'editore, in particolar modo, è un lavoro che necessita sia di connessione con il mondo, ma anche e soprattutto di essere capaci di far quadrare i conti. In passato a penarci erano i nobili o i facoltosi, che spesso per onore e gloria eterna finanziavano squattrinati editori e scrittori, dando vita a opere che ancora aggi sono capisaldi della nostra letteratura. Se questa regola poteva valere fino al novecento, nel mercato attuale di mecenati se ne trovano pochi e gli editori sono costretti a dover ricorrere ad altri mezzi per provvedere al sostentamento delle proprie case editrici. Il conflitto tra vendita e cultura nella nostra società attuale si è fatto sempre più acceso e a vincerla, spesso è la prima.


Lecito è dunque riflettere su cosa sia necessario pubblicare, in un mercato, come quello italiano che conta più di 5000 editori registrati. In questa querelle tra Mammona e l’arte letteraria, l’editore di qualità o di cultura dovrebbe privilegiare pubblicazioni di valore, pur tenendo conto della necessità di bilanciare le spese. Tuttavia, questo obiettivo spesso si rivela arduo, se non irrealizzabile. Come risolvere allora questo dilemma e superare le difficoltà di preferire la qualità alla quantità?

Fare cultura in modo innovativo, questa è la chiave per riuscire secondo Formenton:

l'editore indipendente mette in gioco se stesso, è una condizione necessaria.

Innanzitutto deve individuare il suo mercato di riferimento, realizzando un progetto per la sua idea editoriale, con diversi elementi adatti valorizzare e supportare le sue idee.

GLI ELEMENTI DEL PROGETTO

  • La costruzione di un catalogo: come plausibile un editore deve partire dalla scelta dei suoi autori, una decisione consapevole che tenga conto della sua idea e dell'impronta ch'egli vuole dare alla sua casa editrice.

  • Il modo di pubblicare un libro: l'editore é un interprete che cerca di mediare con il lettore, usare metodi di stampa innovati, formati diversi, copertine accattivanti o idee geniali possono aiutare nel rendere unica l'immagine del proprio marchio.

  • Creare rete: nessun uomo è un'isola e nessun editore allo stesso modo deve rimanere isolato, l'unione d'ideali può creare una comunità ampia interessata alle pubblicazioni, inoltre condividere permette di creare un intento di sforzi capace di cambiare le regole imposte dal mercato. Per realizzare fermento attorno alla propria attività si possono usare sia le classiche newsletter fino ad arrivare ai concorsi e nuovi metodi di comunicazione tramite le reti sociali.

  • Seguire le 10 regole di Klaus Wagenbach

  1. Non aggregarsi a gruppi editoriali, ma conservare la propria indipendenza, innanzitutto sul piano societario;

  2. Investire sulla backlist, ovvero sui titoli longevi che non si esauriscono nel giro di una stagione, perché il catalogo non è solo la spina dorsale di una casa editrice, ma anche il suo vero capitale;

  3. Perseverare nelle proprie persuasioni, anche se passano per follie, perché «non ha senso non servirsi della propria indipendenza»;

  4. Mantenere viva e costante la comunicazione con i redattori, i consulenti, i grafici, gli autori, i librai;

  5. Non curarsi troppo dell’estetica alla moda, ma fare libri fisicamente ben riconoscibili, che i lettori fidelizzati possano «trovare alla svelta»;

  6. Mantenere il proprio territorio (che per Wagenbach è la letteratura italiana), ma anche integrarlo coltivando il contesto.

  7. Mantenere alti i prezzi dei libri che si vendono bene (non disdegnando di «inventarsi» titoli di successo né di ripubblicare vecchi titoli in una nuova veste, poiché «tutto è nuovo per i lettori giovani») e finanziare coi profitti extra i (decisivi) progetti in perdita;

  8. Non correre dietro al frenetico mercato delle opzioni, ma prendersi il tempo per leggere i libri che non hanno «prospettive di tiratura superiori ai 500 esemplari»;

  9. Coltivare la parsimonia e la precisione, come un grande editore non può permettersi di fare;

  10. Perseguire una crescita moderata, commisurata alle proprie forze, evitando il più possibile i «casi editoriali».

  • Mantenere i prezzi alti e pubblicare con nuove vesti: anche se il prezzo dovrebbe essere popolare, mantenere un prezzo medio adeguato al peso specifico dell'opera permette di non svalorizzarla nel tempo. I classici nel catalogo possono essere risistemati in nuove edizioni creando nuove copertine e prefazioni.

  • Non correre dietro al mercato delle aste: le aste sono spesso il modo per accaparrarsi i libri stranieri, ma comprare a scatola chiusa, solo per popolarità, non è la scelta migliore per l'editore indipendente, meglio prediligere una lettura approfondita.

  • Non orientare tutti gli investimenti verso il bestseller: anche se un libro ottiene un discreto successo non si deve orientare tutta la strategia editoriale in un unico polo, potrebbe essere un trend in salita e di successo, ma come ben si comprende, si sale per poi scendere e senza altre opere di qualità si rischia il fallimento.

I CONSIGLI LETTERARI DELL'EDITORE

Patria 1978-2008, Enrico Deraglio, Saggiatore 2009



La vita è un sogno, Saggiatore 2020


Il libro dell'incontro, AA.VV., Saggiatore 2015

Il libro che Luca Formenton si premura con il pubblico possa diventare sua eredità morale per le prossime generazioni.


Dormono sulla collina, Giacomo di Girolamo, Saggiatore 2014

Ringrazio l'Università di Verona per l'organizzazione di questa interessante conferenza alla quale ho avuto modo di partecipare.

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