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IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA

Regia: Margherita Ferri

Sceneggiatura: Roberto Proia

Anno di produzione: 2024

Anno di uscita: 7 novembre 2024

Genere: Drammatico, Biografico

Durata: 114 minuti


RIFLESSIONE

Sono le ore una e cinquanta e non potevo non scrivere, dopo aver visto il film "Il ragazzo dai pantaloni rosa", tratto dalla vera storia di Andrea Spezzacatena morto suicida a quindici anni nel 2012, dopo aver subito diversi fenomeni di bullismo da parte di alcuni compagni di scuola.

Un vero colpo al cuore, mi ero ripromesso di non piangere, ma sapevo che le mie convinzioni avrebbero vacillato e infatti, nell'acme finale della pellicola, non solo a me, le lacrime hanno iniziato a solcare il viso. Come si può rimanere indifferenti davanti alla vita di un ragazzo, ai suoi desideri e aspirazioni, soffiate via dalla cieca e perversa invidia di un gruppo di coetanei.

Quei pantaloni rosa diventano così un simbolo di coraggio e di orgoglio, toglierli, sarebbe stato lasciar vincere chi ottusamente li crede prerogativa dell'universo femminile, e Andrea lo sapeva bene.

Gli amici non si scelgono, ma quando si è giovani si ci si illude facilmente, soprattutto quando si è puri come Andrea, forte ma fragile, cadendo nelle tentazioni di chi si crede più intelligente, più furbo o importante, ma che nel profondo nasconde più insicurezze di chi vuole colpire. Il sistema che avrebbe dovuto difendere Andrea, la scuola, ha fallito, come tutti coloro che sono rimasti indifferenti oppure hanno contributo sui social a esacerbare la sua sofferenza, a maggiorare l'eco rumoroso del bullismo. Quei social che nel lontano 2012 erano un far west, dove troppo spesso si poteva distruggere l'esistenza di una persona.

Era il lontano 2012, in tutte le radio suonava Gagnam style, era naufragata la Concordia, Lucio Dalla ci lasciava e la vita di un giovane ragazzo si esauriva a pochi giorni dalla sua ultima candelina spenta. Sono passati dodici anni, chissà chi sarebbe diventato Andrea, sappiamo però che ancora oggi la scuola e la società faticano a superare certe visioni limitate, per la sua memoria dobbiamo ricordare il valore delle nostre azioni quotidiane, lottare contro gli stereotipi e cambiare gli equilibri della nostra società. Per quel ragazzo che non si vergognò mai dei suoi pantaloni rosa e per una vita che ha donato voce a chi non l'ha potuta avere.


Grazie Andrea.



 
 
 

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