Il racconto del rapporto tra la fondazione Kuliscioff e l'archivio Scalarini.
BIOGRAFIA
Walter Galbusera classe 1947, laureato a Milano presso l'univversità Bocconi, è stato segretario generale UIL Lombardia, giornalista e pubblicista, scrive per riviste del settore e quotidiani che trattano temi economico-sociali. È Presidente della Fondazione Anna Kuliscioff e della Società della pace e della giustizia internazionale.
Quando è nata la Fondazione Anna Kuliscioff e qual'è il suo scopo?
La Fondazione è stata costruita circa 30 anni fa da Giulio Polotti, dirigente, sindacalista UIL appartenente al PSI, per il quale è stato assessore della città di Milano e parlamentare della Repubblica.
La Kuliscioff raccoglie un archivio di documenti formato da giornali, riviste e manifesti riguardanti il socialismo a partire dal 1945.
Lo scopo della nostra Fondazione è quello di favorire gli studi riguardo il movimento operaio, il Socialismo democratico ed il ruolo sindacale nel mondo del lavoro.
Perché è importante la figura di Giuseppe Scalarini?
Scalarini è stato un artista capace di veicolare il suo messaggio politico attraverso la penna, pur non entrando mai direttamente in politica.
Negli ultimi anni i giornali hanno ripreso a pubblicare vignette, quelle di oggi però sono a corredo al testo, invece al tempo di Scalarini erano molto più che semplici aggiunte. Avevano un posto di prim'ordine in prima pagina.
In passato la vignetta era un atto di fede politica, un'illustrazione poteva fare più scalpore di un articolo infuocato.
In un periodo in cui erano ancora milioni le persone incapaci di leggere e scrivere, rappresentava la linea politica di un partito, un orientamento, una critica oppure un giudizio.
Il titolo in prima pagina e la vignetta erano il fulcro del giornale...
Infatti il vignettista era importante quanto il direttore, a segnalare il ruolo di primo piano che ricopriva.
La capacità di Giuseppe Scalarini nel rappresentare le idee ed i concetti del partito, all'interno delle sue vignette, lo ha reso una figura indelebile nel panorama novecentesco.
L'illustrazione di Scalarini ha avuto un processo di evoluzione?
Giuseppe Scalarini era una persona molto determinata, con un carattere in continuo scontro con tutti, sia amici che nemici, come nel caso di Bonomi.
Da menzionare è infatti la feroce critica mossa ad un suo amico di lunga data Ivanoe Bonomi, anch’esso mantovano d’origine, socialista, tra i pochi ad aver mantenuto la sua carica di capo del governo, sia prima che dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo.
Scalarini gli criticherà la sua mancata opposizione alla guerra in Libia.
Possiamo individuare un'evoluzione nel suo carattere e nel suo tratto, rivoluzionario prima e durante la prima guerra mondiale per diventare più social democratico ed equilibrato nel secondo dopoguerra, questa fase della sua vità sarà più breve perché morirà nel 1948. In questo periodo, per esempio, inizia a contestare le azioni di Tito.
Cosa rappresenta il libro?
Il libro segna la fine di un ciclo di mostre e progetti legati a Scalarini, dopo aver parlato della sua visione della guerra, della donna, degli animali e della sua città natale Mantova.
Riguardo al primo periodo della sua produzione, quello mantovano, abbiamo messo in paragone la differenza stilistica, meno geometrica del suo tratto rispetto a quella successiva appresa nel periodo passato in Germania. Il disegno del primo periodo è sicuramente diverso perché più legato ai fatti locali, rispetto alle vignette politiche che lo renderanno celebre.
Dopo aver raccontato i diversi punti di vista di Scalarini mancava la parte della scrittura, con Ferdinando Levi, nipote dell'illustratore, abbiamo allora deciso di ri-pubblicare il diario illustrato dei suoi anni di Confino con il nome "Il Confinato".
Ci sono altri progetti legati a Scalarini nei piani futuri?
Sì, vorremmo creare una mostra riguardo al periodo in cui Scalarini, non potendo produrre vignette a causa delle imposizioni di regime, si dedicò ai libri per bambini, un'occupazione che gli permise di vivere durante gli anni del fascismo.
Scalarini secondo lei è ancora attuale?
Ha aperto la strada a molti vignettisti dei giorni d’oggi, Forattini lo ha definito il suo maestro e rivedo nelle vignette di Emilio Giannelli delle peculiarità riconducibili a Scalarini.
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