DOVE ACQUISTARE
IPSE DIXIT
Non restavano che due alternative: o Dio non c’era o esisteva una divinità che era mostruosa nel caso fosse stata potente e inutile se non lo era.
Nobile è colui che cade in battaglia, combattendo coraggiosamente per la sua terra natale e miserabile è l'uomo che, rinnegando la patria, fugge dai fertili campi per vivere di elemosina.
SEGUI SU INSTAGRAM: @Spritz_e_libri
SCHEDA TECNICA
Titolo: L’amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Voto: 9/10
Scrittura: Piacevole, semplice
Pagine: 96
.
In breve:
Oggi con @abime_de_livres vi parliamo di una delle opere più significative del Novecento, un #classico imperdibile che sicuramente molti di voi avranno già letto a scuola o per conto proprio: “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman.
Pubblicato per la prima volta nel 1971, questo testo, tanto breve quanto intenso per sfumature e contenuti, può banalmente ritenersi l’esemplificazione cartacea del proverbio “nella botte piccola c’è il vino buono”.
Uhlman scrive con grande passione e coinvolgimento, regalando ai posteri una trama semplice e moderna, ma allo stesso tempo puntuale nel fotografare il quotidiano vissuto da milioni di persone sotto il regime nazista.
“L’amico ritrovato”, comunque, rimane in primo luogo una splendida storia di #amicizia e di innocenza fanciullesca, in grado di ancorare all’anima del lettore le vicende di Konradin e Hans, giovani che sconteranno sulla propria pelle i drammi del #razzismo e - prima ancora - gli attriti riconducibili al sempre odioso concetto di “noblesse oblige”
Merita di essere sottolineato il fatto che Uhlman abbia composto l’opera a nemmeno trent’anni di distanza dai fatti narrati e, ciononostante, sia riuscito a incanalare le proprie emozioni lasciando da parte qualsiasi forma di odio o rancore.
Certamente si tratta di uno di quei libri da #leggere almeno una volta nella vita, che vi suggeriremmo senza ombra di dubbio!
Quanti di voi si sono già emozionati tra le pagine de “L’amico ritrovato”❓
A che età avete scoperto che in realtà questo fosse solo il primo volume di una trilogia❓
Di Morris e Antonio
VIDEO PRESENTAZIONE
📢SPOILER ALLERT📢
Forse è la lunga gestazione di questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1971, ad averlo reso una delle opere, universalmente, più importanti del Novecento, un secolo ricco di tappe fondamentali per la nostra società, ma anche di troppe ferite, ancora oggi dolorose.
Un pittore quando descrive la vita solitamente utilizza il pennello e colori, ma quando Fred Uhlman ha deciso di usare la penna ha saputo comporre una storia magistrale. Un’amicizia rara, capace di rimanere nel cuore. Non importa la lontananza, il cambio di vita, il vero amore fraterno rimane aggrappato all’anima.
Konradin e Hans, sono gli opposti che si attraggono, come nell’amore, tutte le vere amicizie sono una forma di amore, un conte dalla storia familiare millenaria, capace di far piegare al suo cospetto anche il capo di stato, e un Ebreo, dalle origini incerte e avvolte nelle nebbie di un passato segnato dalle peregrinazione del suo popolo. Quel loro modo di conoscersi così puro, di un’innocenza fanciullesca, lontano dalla noblesse obblige, con la quale però Konradin deve fare i conti.
Lo sgretolamento, apparente, del loro rapporto sembra qualcosa di già segnato, che tutti si aspettano, sin dalla prima parola scambiata tra i due, troppa distanza, ed è qui che il lettore viene ingannato dalla potente scrittura di Uhlman, la loro amicizia, una vampata improvvisa, ha lasciato il segno, la fine decreta la chiusura di una parte della vita di Hans, la fine della Germania nella quale aveva creduto, e nella quale credevano i suoi genitori, e l’ascesa di una nuova ideologia. Konradin ne rimane inizialmente ingabbiato, forse per volontà di riformare una terra tanto colpita da miseria e povertà. Ne rimarrà deluso.
Avendo composto l’opera a distanza dagli eventi narrati, l’autore, lascia da parte l’odio riuscendo ad incanalare le sue emozioni rendendole una delle più importanti testimonianze, anche se letterarie, contro il razzismo.
LE INTERESSANTI SOMIGLIANZE TRA CLAUS SCHENK VON STAUFFENBERG E KONRADIN VON HOHNFELS.
Dopo la lettura de “l’amico ritrovato” di Fred Uhlman, parte di una trilogia dell’autore tedesco, ho sentito l’impellente necessità di approfondire alcuni dettagli riguardanti questo classico del Novecento, non potevo rassegnarmi a definirlo semplice, seppur geniale, esempio di letteratura. Un testo così appassionante doveva nascondere qualcosa in più!
Per chi, come me, crede nei personaggi e nelle loro storie no preferisce pensare che ci sia un fondo di realtà, anche nella più fervida ed immaginativa delle trame.
Caso vuole mi sia balzato alla mente un personaggio abbastanza conosciuto della storia tedesca, soprattutto per l’assonanza con il cognome dell’amico di Hans, si tratta del celebre Dietrich Bonhoeffer, Teologo e Bastian Contrario, in una Germania alle prese con l’ascesa di Hitler e del partito da lui rappresentato. Pochi però risultavano essere i legami tra il personaggio reale e quello letterario, sicuramente la morte tragica, avvenuta a Flossenbürg nel 1944, ricorda quella di Konradin, anche se differisce per tipo di esecuzione; inoltre Bonhoeffer cominciò quasi immediatamente la sua fervente opposizione al nazismo, al contrario di Konradin, che nella lettera all’amico afferma, senza giri di parole, la sua vicinanza alla figura del Führer.
Dopo aver confutato la mia prima teoria, mi sono concentrato su un altro personaggio, vicino agli ideali del teologo e suo complice nella progettazione, e nell’esecuzione materiale, dell’attentato, fallito, a Adolf Hitler del 20 luglio 1944. Sorprendentemente molti dettagli si sono rivelati affini alla vera vita del personaggio, Claus Philipp Maria Schenk Graf von Stauffenberg, più semplicemente Claus Schenk von Stauffenberg. Infatti leggendo i dettagli biografici appaiono eccezionalmente simili a quelli di Konradin.
Riflettendo si può notare che entrambi: von Stauffenberg e von Hohnfels, condividono il fatto d’essere appartenenti alla stessa classe sociale. Nel nome completo infatti Stauffenberg contiene la particella nobiliare Graf (conte), di Konradin si ribadisce più volte il prestigio, come non citare la sontuosa descrizione di pag. 67* della famiglia a teatro.
Altro punto che salta all’occhio, sempre legato all’aspetto familiare, è il prestigio che nei secoli hanno ricoperto entrambe le famiglie: quella di Claus, con esponenti diventati membri illustri della società, tra i quali si annoverano importanti vertici militari prussiani, fondatori del primo Stato Maggiore della storia; invece tra gli avi di Konradin si trovano membri di altissimo rango, dal salvatore di Barbarossa al fidato amico di Federico II fino ad arrivare a parenti caduti nella battaglia di Verdun del 1916, per ogni tappa della storia militare europea, un von Hohnfels è sempre stato presente, un po’ come gli antenati del tenente Dan nel film “Forrest Gump”, curiosa similitudine non trovate?
Altro elemento di comunanza è la patria, entrambi nascono e studiano a Stoccarda, luogo in cui è ambientato il libro.
Entrambi decidono di entrare a far parte del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, anche se von Stauffenberg, con meno livore, e più dubbi rispetto al letterario rampollo dei von Hohnfels.
Infine entrambi muoiono in seguito ad un fallito attentato alla vita di Hitler e con medesima condanna, sicuramente un elemento molto significativo per avvalorare questa teoria.
Non mancano però anche delle minime differenze, il personaggio ideato da Uhlman confida fortemente nell’ascesa del dittatore, invece Claus molto meno. I due inoltre hanno religioni diverse Konradin è protestante e Claus un cattolico.
Se Freud Uhlman ha inserito nella sua narrazione un personaggio reale, di sei anni circa più giovane di lui, è quasi impossibile saperlo, sicuramente, a un occhio attento, alcuni elementi risultano comuni tra questi due personaggi, romanticamente mi piacerebbe pensare sia un riferimento ad un personaggio che ha tentato di salvare la Germania, dopo essersi reso conto delle derive del governo dittatoriale di Adolf Hitler. I dettagli possono essere stati romanzati, in particolare per quanto riguarda l’onore della famiglia di Konradin, ma sono indiscutibili le somiglianze presenti nel testo.
Chissà forse è solo una congettura, ma per qualche momento un libro così vivido mi è parso ancora più reale, forse sta in questo la grande potenza della narrazione di Uhlman.
*edizione Feltrinelli 2012 ISBN: 978-88-07-81054-1
COMMENTA CON LA TUA IDEA? CONDIVIDI QUESTA ANALISI?
Si Ringrazia il supporto tecnico del Professor Francesco Uberti.
SEGUIMI SU TUTTI I MIEI SOCIAL E ISCRIVITI PER NON PERDERTI I MIEI ARTICOLI
Sei interessato ai miei servizi contattami dal mio sito!
Comments