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ESPOSIZIONE VIGNETTE DI GIUSEPPE SCALARINI

Aggiornamento: 5 mag 2022

DAL 5 AL 14 MAGGIO 2022

Versione online dell'esposizione Moderno Novecento

In collaborazione con l'I,I.S Grazio Cossali, la Commissione biblioteca

Si ringraziano la Fondazione Anna Kuliscioff di Milano e la Gam Azienda Grafica.

La famiglia ed in particolare Ferdinando Levi e Tonino Garonzi


CURATORI DELLA MOSTRA

Morris Marranzano (Ideatore Abime de Livres)

Professor Francesco Uberti (Docente I.I.S Grazio Cossali)


MODERNO NOVECENTO

Un'antitesi, il gioco degli opposti che si rivela reale come l'arte di Giuseppe Scalarini, forse il più importante illustratore italiano del Novecento, sicuramente il più moderno,

vi sarà semplice comprenderlo guardando le sue illustrazioni.

Pur essendo nato a fine Ottocento e morto nel 1948, ci ha consegnato opere dal grande impatto, lungimiranza ed intelligenza. Senza timore d'essere condannato dalla censura, organo che in Italia ha imposto il suo potere per tanto, troppo tempo, Scalarini ci rivela un modo diverso si vedere il Novecento.

Non solo comprese in anticipo le future idee del suo direttore all'Avanti!, Benito Mussolini,

ma ipotizzo in anticipo sui tempi, gli Stati Uniti d'Europa, futura Unione Europea.

Oltre all'Europa comprese l'inizio dell'espansionismo cinese.

La più grande modernità di Scalarini credo sia il suo rapporto con la religione, non credente, ma fermamente convinto fosse Gesù il primo socialista della storia!



Asino, 1925

BIOGRAFIA DI GIUSEPPE SCALARINI




Giuseppe Scalarini, poliedrico personaggio del Novecento, disegnatore, illustratore, politico di penna e molto, molto altro...



Partito Socialista Italiano Elezioni politiche 1913

È stato un grande onore poter conoscere il nipote, Ferdinando Levi, il più vicino al nonno, con il quale ha condiviso l'ultima parte della sua vita.


Potete leggere la mia intervista qui: INTERVISTA FERDINANDO LEVI


Giuseppe Scalarini nacque a Mantova nel 1873, figlio di Raniero un ferroviere e di Virginia Leonardi.


Dopo le scuole tecniche si iscrive ai corsi di Belle Arti, in questo periodo inizierà ad intrattenere rapporti con importanti esponenti socialisti.


Inizia le sue peregrinazioni di studio in giro per l'Italia e per un mese anche a Parigi, apprendendo il sapere e l'abilità che lo renderanno uno dei più celebri vignettisti e caricaturisti italiani.


Nel 1896, tornato a Mantova, fonda il giornale socialista e radicale Merlin Cocai.



Seguiranno poi le pubblicazioni di opuscoli e trasferito a Bologna la nascita del giornale La Terra.



Dal 1898, esattamente dal 4 luglio, risultata presente, per la prima volta, all'interno degli archivi della prefettura di Mantova.

La motivazione:

Essere socialista e:

"Frequentante la classe politica di persone affiliate a partiti sovversivi"

Per le sue opere contrarie al governo verrà condannato.



Inizierà così per lui un periodo all’estero tra Austria e Germania, continuando comunque il suo lavoro di vignettista per alcuni giornali satirici, tra i vari, il Fliegende Blätter di Monaco e il Lustige Blätter di Berlino.



Nel 1901 viene espulso dal paese e troverà rifugio in Inghilterra, a Londra, Belgio ed infine a Parigi.

Lo stesso anno, in maggio, tornerà in Italia, trasferendosi in Istria.

l’anno successivo incontrerà l’amore della sua vita, la donna che lo seguirà, anche nei periodi più difficili del confino ad Ustica, Carolina Pozzi.



in questo periodo rifonda il suo primo giornale il Merlin Cocai per poi trasferirsi nuovamente in Germania tra il 1904 al 1907.

Tornato nella sua Mantova riprendere nuovamente a lavorare al Merlin Cocai, per poi lavorare per alcuni anni dal 1908 al 1911 per le ferrovie del Ticino, contemporaneamente coltiva i rapporti con i giornali Fliegende Blätter e il Lustige Blätter ed il Pasquino.

Nel 1911 si trasferisce a Milano, dove inizierà a scrivere per il giornale l’Avanti! un sodalizio che porterà alla creazione di più di 3700 vignette, terminato nel 1926 con le leggi “eccezionali” promulgate dal fascismo.



Anti-militarista ed oppositore alla guerra in questi anni, a causa del suo lavoro, subirà numerosi processi.


AVANTI!

Nel 1920, a Gavirate, subisce un'aggressione squadrista.

Si trasferisce e si stanzia a Travedona nel ‘21, l’anno di maggior successo per la sua professione, creando vignette per una decina di giornali.

Nel 1926, sull’onda delle rappresaglie consecutive all’attentato alla vita del duce, viene picchiato da una squadraccia fascista, un evento traumatico che gli causerà delle ripercussioni permanenti, sia nel corpo che nello spirito.



Dopo essersi ripreso dal feroce attacco delle camicie nere, viene condannato dal tribunale a scontare 5 anni di confino, raccontati nel volume postumo: “Il confinato, diario illustrato di Giuseppe Scalarini” edito dalla fondazione Anna Kuliscioff, a cura di Ferdinando Levi e Tonino Garonzi.


CLICCA L'IMMAGINE E SCARICA IL LIBRO

Tornato a Milano nel 1929, a causa della salute cagionevole, rimane sorvegliato speciale.

Questi anni sono segnati da numerose limitazioni alla sua vena artistica, l’assoluto divieto di parlare di tematiche politiche legate al fascismo, al nazismo ed al franchismo e l’impossibilità di pubblicare con il proprio nome le sue vignette. Per continuare la sua opera sarà costretto ad utilizzare il nome delle figlie.


Nello stesso periodo si dedica alla letteratura per i più piccoli, collaborando con il Corriere dei piccoli e nel 1933 pubblicherà “Le avventure di miglio”.



Lavora per qualche anno anche per la Domenica del Corriere.

nel 1940 viene nuovamente internato, prima ad Istonio (Chieti), poi a Bucchianico. Il 22 dicembre dello stesso anno verrà revocata la condanna e potrà ritornare a casa.

Il dopoguerra sarà l’ultima parentesi della vita di Scalarini, un periodo segnato da dolorosi eventi che segneranno gli ultimi anni della sua vita.

La scomparsa dell’amata moglie, Carolina, sposata in extremis in punto di morte, la morte della figlia Giuseppina, ma soprattutto il progressivo allontanamento dall’Avanti!

Giuseppe Scalarini si spegnerà a Milano il 30 dicembre 1948, il suo lascito oggi è custodito dagli eredi nell'archivio a lui dedicato.



PRESENTAZIONE MOSTRA

tutti i pannelli trattano un tema legato alla vita ed all'impegno di Giuseppe Scalarini.

Opere che vanno da inizio Novecento fino al 1948



PRIMA GUERRA MONDIALE




Giuseppe Scalarini fu, per tutta la vita, un antimilitarista, contrario all'intenzione di parte del governo italiano di entrare nel primo conflitto mondiale.

Benito Mussolini, socialista interventista, venne aspramente criticato da Scalarini in molte delle sue vignette satiriche.

OPERE PRESENTI

  • La Guerra, Avanti! 1914

  • La nascita del 1915, Avanti! 1915

  • Il Carro della Vittoria, Avanti! 1919

  • Mussolini pallone gonfiato, Avanti! 1914

  • Occhio al nemico, 1915

  • Non è vero che la guerra abbia paralizzato l'industria e il commercio; questa bottega non ha mai lavorato così tanti, 1915


GABRIELE D'ANNUNZIO

L'esteta per eccellenza, l'uomo ed il mito, Gabriele D'Annunzio è stato una delle figure più importanti del secolo scorso. Le sue imprese contestate sulle pagine del "Compagni per la propaganda socialista"


Avanti! 1920

OPERE PRESENTI

  • L'Orfeo Moderno. 1919

  • L'ultima corda della lira,


FASCISMO

Il rapporto di Scalarini con il Fascismo è stato complicato e segnato dal confino imposto dalla dittatura.

Benito Mussolini fu per alcuni anni, dal 1912-1914, fu direttore dell'Avanti, il giornale per cui lavorò Scalarini a partire dal 1911. Questo rapporto lo segnerà a lungo, in particolare durante il confino come "amico di Mussolini", quello che in realtà non sarà mai.


Articolo del 1948 contro le accuse di essere amico di Mussolini

Infatti, in molte sue vignette, soprattutto prima e dopo, la dittatura, verranno attaccate le idee del duce e del fascismo. La sua penna gli causerà non pochi problemi, tra cui alcune imboscate di squadristi e numerosi anni di confino.


OPERE PRESENTI



  • La cimice è rimasta con due zampe soltanto, Avanti! 1924

  • Le penne lustrascarpe, Avanti! 1923 Natale, Avanti!

  • 1920 Non toccare questo tasto! inedito 1924

  • Pensiero compresso esplode


SOCIALISMO E COMUNISMO

Scalarini verrà definito "Il più politico dei caricaturisti italiani", pur non partecipando direttamente alla vita politica. Attraverso le sue vignette fu capace di raccontare gli eventi fondamentali del suo partito politico, sull'Avanti, il giornale per eccellenza del partito Socialista; non solo, curerà anche i manifesti elettorali del partito. A causa della sua appartenenza politica verrà condannato numerose volte come sovversivo.


Elezioni politiche 1919 - PARTITO SOCIALISTA ITALIANO

OPERE PRESENTI

  • Il ritorno dell'Avanti! nell'Emilia e nella Romagna,La Difesa delle Lavoratrici, 1919

  • Incontro al sole!,La Difesa delle Lavoratrici, 1920

  • L’albero di Natale, Avanti! 1922


CONFINO

Il confino segnerà la vita si Giuseppe Scalarini. Condannato dal fascismo, che lentamente lo allontanerà anche dal suo lavoro, dovrà passare anni difficili, che lasceranno un segno nel suo corpo e nella sua mente. In particolare verrà confinato tra 1926 - 1929 a Lampedusa e Ustica, successivamente a Istonio e Bucchianico, Abruzzo, nel 1940.


ILLUSTRAZIONE "IL CONFINATO"

Ustica negli anni Venti

di Vito Ailara


ILLUSTRAZIONE SUL CONFINO

L’isola, 8 chilometri quadrati, era sovraffollata, povera, sporca, senza fognature, senza energia elettrica, con scarse risorse alimentari e pochissima acqua, con collegamenti precari a mezzo di un vaporetto che, quando le condizioni meteo lo consentivano, impiegava quattro ore per coprire le 36 miglia che la separano da Palermo. Vi abitavano circa 1200 abitanti, un paio di centinaia di coatti, quasi 500 confinati politici, una cinquantina di notabili e dissidenti libici strappati alla loro terra in seguito all'invasione italiana e un numero imprecisato di forze dell'ordine con le rispettive famiglie.

Troppi per la scarsa disponibilità di generi alimentari. Agricoltura, pesca e caccia non riuscivano a far fronte alle necessità di tutta la popolazione.

La maggior parte delle case del centro abitato era fatiscente; molte quelle abbandonate e in rovina dopo le varie ondate migratorie verso l'America; nelle viuzze sconnesse del paese, che Carlo Rosselli descrive alla madre come «vicoli sporchi e animatissimi: maiali, galline, cani, pulcini, guardie, confinati, coatti», si accumulavano i rifiuti. Anche le strade di campagna erano appena sufficienti per essere percorse dagli asinelli, unici mezzi di trasporto.


La poca acqua che si riusciva ad accumulare nelle cisterne, sia quella piovana, sia quella trasportata dalle navi cisterna della regia marina, veniva spesso contaminata da microrganismi patogeni e tifo e altre malattie gastroenteriche erano molto diffuse. In queste condizioni, la dolente umanità dei coatti e dei confinati era la principale risorsa dell'economia usticese. Gli abitanti si industriavano a vendere prodotti alimentari e artigianali, ad affittare case, pur di ricavare qualche vantaggio dalla presenza della colonia penale.



Netta distinzione, nel trattamento e quindi nella vita d'ogni giorno, fra confinati politici e coatti. Questi ultimi, impiegati nei lavori più umili e pesanti, vestivano uno squallido pigiama color ruggine e percepivano un assegno giornaliero, la cosiddetta «mazzetta», di 4 lire, insufficienti per alimentarsi. I confinati politici riscuotevano 10 lire, ma la loro presenza fece lievitare i prezzi e determinò la rarefazione della già scarsa disponibilità di generi alimentari. Alcuni poterono richiamare la loro famiglia, affittare un alloggio e sfuggire, così, alla promiscuità dei cameroni, squallidi dormitori collettivi. Pure sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine, che imponevano limiti di circolazione, orari di veglia e di riposo, appelli quotidiani, frequenti controlli e censura sulla corrispondenza, ai politici riuscì possibile fraternizzare con gli abitanti, organizzare attività culturali, mense autogestite e anche attività sportive. Nella situazione di emarginazione in cui si trovava Ustica negli anni Venti, i confinati politici finirono così col diffondere nell’Isola una ventata di cultura.


OPERE PRESENTI

  • Italia come un carcere, inedito 1945-1946

  • Il Confinato, illustrazione libro


DIFESA DELLE DONNE

Nell'opera di Scalarini non manca la Difesa della Donna. Disegnò per la testata "La difesa delle Lavoratrici" diretta da Anna Kuliscioff, numerose vignette a partire dal tema del lavoro, ma anche dei terribili risultati della guerra, con grande sensibilità e vicinanza nei confronti delle vedove e delle madri dei milioni di giovani morti al fronte.

La Difesa delle Lavoratrici 1921

Clicca per vedere tutte le vignette

OPERE PRESENTI

  • Le otto ore della donna, La Difesa delle Lavoratrici, 1919

  • Lo spettro della fame avanza, La Difesa delle Lavoratrici, 1921

  • -Non sparare, La Difesa delle Lavoratrici, 1921

  • La discordia tra i fratelli,La Difesa delle Lavoratrici, 1921

  • "Profitti di guerra", La Difesa delle Lavoratrici, 1922


ATTUALITA'

La grandezza ed il genio di un illustratore si dimostrano in opere capaci di restare nella storia e rimanere imperiture nel tempo. Questa è stata la grande abilità di Scalarini, precursore dei tempi e delle idee, ma al contempo illustratore pungente, disincantato e sagace, padre spirituale della satira moderna.


L'ASINO 1925

OPERE PRESENTI


  • Sul mare tempestoso del Nazionalismo, il Socialismo getterà il ponte che unirà i popoli, Sempre Avanti! 1946

  • Gli Stati Uniti spazzeranno via i confini, focolai di guerre, Sempre Avanti! 1946.


LA FIRMA


La firma di Giuseppe Scalarini è un segno distintivo di tutte le sue opere, si compone di una SCALA disegnata e di Rini, il resto del cognome.

ALCUNI ESEMPI DELLE SUE FIRME

RIFLESSIONI

FIRMA ANOMALA

FIRMA ANOMALA CON I NOMI DELLA FAMIGLIA

RIFLESSIONI


RITRATTO DI SCALARINI di FABIO MAGNASCIUTTI

Scalarini è stato uno dei più importanti illustratori del Novecento, unico ed irriverente, dalla vita tormentata, ma sempre fedele ai suoi ideali. Credo sia importante ricordare il suo lavoro per non perdere la memoria storica di un novecento segnato da grandi eventi, raccontati con sapiente ironia da Scalarini. Un uomo con un occhio sul presente ed uno puntato verso il futuro, precursore ed antesignano di grandi innovazioni ed idee, concretizzate a distanza di molti anni dalla sua morte. Riscoprire il passato è conoscere il nostro futuro e ricordare come le azioni del secolo scorso possano ripercuotersi nella nostra attualità. Se Scalarini ha insegnato qualcosa è la strenua capacità di restare fedele al suo pensiero, senza la paura di sfidare persino una dittatura. Necessitiamo ancora oggi di persone che non abbiano paura, che raccontino la verità, l'importanza della libera opinione e della contestazione civile.


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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio la Fondazione Anna Kuliscioff per aver fornito il materiale espositivo e per la premura nei confronti del progetto. In particolare la Marina Cattaneo per avermi regalato l'opera "il Confinato" e Walter Galbusera per la bellissima intervista rilasciata. La famiglia Scalarini, in particolare Ferdinando Levi per aver raccontato la storia del nonno con grande passione e Tonino Garonzi per i materiali forniti. Vito Ailara, del Centro Studi di Ustica per aver approfondito il tema del confino. L'istituto I.I.S Grazio Cossali e la sua Commissione Biblioteca, che hanno permesso la realizzazione dell'esposizione. Il Professor Francesco Uberti per aver creduto nel mio progetto.


PROMOTORI






 
 
 

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